#8 Ferite di parola: quando la bugia interrompe la relazione

Pubblicato il 10 settembre 2025 alle ore 15:53

Ci sono ferite che non si vedono, ma che lasciano segni profondi. Sono quelle che si aprono nel linguaggio, nella fiducia tradita, nel gesto di nascondere ciò che avrebbe dovuto essere condiviso. La bugia non è soltanto una distorsione della verità: è una frattura nella trama relazionale, una crepa che si insinua nel patto implicito tra due persone. Questo blog è un tentativo di dare voce a quelle ferite silenziose, che spesso non vengono riconosciute, ma che continuano a fare male.

La bugia come rottura del patto

Ogni relazione autentica si fonda su un accordo invisibile, ma potente: quello di cercare insieme una verità condivisa, anche quando è scomoda, anche quando fa paura. La bugia rompe questo accordo. Non importa quanto piccola o ben intenzionata possa sembrare: ogni menzogna introduce una distanza, una zona d’ombra, una discontinuità nel flusso della fiducia. Chi riceve una bugia non si sente solo ingannato — si sente escluso, tagliato fuori da una parte di realtà che gli spettava. E in quella esclusione, spesso, nasce una solitudine profonda.

La ferita che lascia la bugia

La bugia ferisce non tanto per il contenuto che nasconde, ma per il gesto stesso di nascondere. È come se, nel momento in cui si mente, si decidesse che l’altro non è degno di sapere, non è capace di reggere la verità, non è abbastanza vicino da meritare trasparenza. Questa ferita non si rimargina facilmente, perché non riguarda solo ciò che è stato detto o taciuto, ma il modo in cui si è stati considerati. E ciò che resta, spesso, non è rabbia — ma smarrimento, disorientamento, perdita di senso.

La parola che cura

Se è la parola che ferisce, è anche la parola che può iniziare a curare. Ma non una parola qualsiasi: non quella che giustifica, che spiega, che minimizza. La parola che cura è quella che si espone, che si assume, che riconosce il danno senza difendersi. È una parola che non cerca di riparare subito, ma che si mette accanto, che resta, che ascolta. Solo così, lentamente, può ricominciare a ricucirsi il filo spezzato.

Conclusione

Le bugie non sono semplici errori di comunicazione: sono ferite che toccano la struttura profonda della relazione. Ferite che mettono in discussione la reciprocità, la possibilità di costruire insieme, la fiducia come spazio condiviso. Ma se riconosciute, se attraversate con coraggio e verità, possono diventare anche soglie. Perché là dove la parola ha tradito, può rinascere — se lo si vuole — una parola che salva.


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